scarica il pdf ( ) di questa pagina
Il Kenya è un paese molto povero, dove si può morire di fame, ed è quindi opportuno prestare attenzione al comportamento, in particolare non bisogna ostentare la propria ricchezza, in modo da non risultare offensivi per gli abitanti del posto e da non indurre in loro un atteggiamento che possa rivelarsi pericoloso per il viaggiatore stesso.
Il Kenya ha inoltre un passato legato al periodo della colonizzazione inglese, che ha lasciato profondi segni (non tutti negativi) e bisognerebbe sempre ricordarsene quando ci si rende conto della diffidenza della popolazione (non tanto, ovviamente, a Nairobi o dove sono più abituati a veder transitare wazungu – i bianchi – quanto piuttosto nelle zone rurali e periferiche).
ABBIGLIAMENTO
La religione principale in Kenya è quella cristiana, quindi non ci sono, di base, regole ferree sull'abbigliamento come invece avviene nei
|
ragazze di Lamu
|
paesi musulmani. Diverso è sulla costa, dove la colonia musulmana è molto numerosa: qui la maggior parte delle donne cammina per strada velata; ciò nonostante, la presenza di altre religioni, anche qui, rende ben tollerato un abbigliamento femminile che tenga scoperte le spalle o le gambe.
A Nairobi in generale la gente si veste molto bene, almeno per i loro parametri, che significa che vedrete spessissimo bambini addobbati per la festa, con vestitini tutti pizzi e ricami, donne in impeccabili tailleur, uomini che indossano quasi sempre la camicia, quando non addirittura il vestito con tanto di cravatta. E' il loro modo di sentirsi ricchi, di prendere le distanze da quella fetta della popolazione che non ha proprio la possibilità di comperarsi un paio di pantaloni o una gonna nuova. In centro, tra le vie affollate di impiegati delle grandi banche, dei ministeri, degli uffici pubblici e delle multinazionali, non è difficile incontrare anche ragazze con vertiginose minigonne o uomini in doppiopetto, magari che passano a fianco a straccioni o bambini sporchissimi che ti prendono per mano e non mollano la presa fintanto che non hai dato loro qualche spicciolo. Viceversa, nelle baraccopoli e nei quartieri periferici più poveri, a fianco a persone vestite decorosamente si trovano i veri poveri, che non stenterete a riconoscere proprio dal loro abbigliamento (e dal fatto che, soprattutto se uomini, sono sovente ubriachi).
|
a Nairobi
|
Di conseguenza, l'abbigliamento del turista a Nairobi può essere abbastanza libero, purchè non ostenti ricchezza. In generale, una regola che vale ovunque, tanto più ci si veste in maniera appariscente tanto maggiore è la probabilità di essere adocchiati come possibili prede di rapine o stupri (purtroppo, frequentissimi, non tanto verso i bianchi quanto verso i locali stessi, uomini o donne): va infatti ricordato che Nairobi, soprannominata anche Nairobbery, è una città molto violenta, e ogni giorno sul giornale si legge di qualche autobus assaltato dai banditi, di qualche stupro, di qualche omicidio.
Nelle zone rurali dell'interno, fuori dalle città, la gente del posto si veste in generale con gli abiti tradizionali della propria etnia di provenienza:
|
donna kikuyu
|
i maasai indossano spesso solo la tunichetta rossa, eventualmente con una coperta a quadri quando fa più freddo, e sono vistosamente decorati con collane, braccialetti, orecchini e altri monili di perline colorate; le donne kikuyu, luo, kimeru, e le donne che lavorano in campagna in genere, usano mettere una specie di pareo colorato sopra i loro vestiti abituali; inoltre, non indossano mai pantaloni. Oltre a cercare di non dare nell'occhio, la turista che si reca in zone rurali potrebbe acquistare un pareo e utilizzarlo sopra il proprio abbigliamento, per essere più discreta e aver maggiore libertà di indossare anche i pantaloni.
Sulla costa gli uomini hanno spesso il copricapo musulmano e lunghe tuniche, oppure una specie di pareo cilindrico che usano legare in vita con un nodo, e le donne sono velate (nel caso di Lamu, sono sempre vestite tutte di nero e spuntano dal velo solo gli occhi). Per i turisti è sufficiente non abbigliarsi in modo troppo vistoso e non esporre troppa pelle nuda (sia uomini sia donne).
MANIFESTAZIONI D'AFFETTO IN PUBBLICO
Anche tra coppie sposate, le manifestazioni d'affetto in pubblico non sono una caratteristica del comportamento di questo popolo, nè tra i cristiani nè, tantomeno, tra i musulmani. Il sesso è visto come un tabù e ogni atteggiamento provocatorio rischia solo di trasformarsi in un invito alla molestia. Nella comunità musulmana è invece frequente incontrare uomini che passeggiano per mano: non è indice di omosessualità ma semplicemente di amicizia.
ALCOOLICI
|
in un bar di Nyeri
|
Il Kenya ha una consuetudine all'alcool decisamente spregiudicata: un ragazzo che non può permettersi, uscendo la sera, almeno 5 birre, deciderà facilmente di rimanere a casa, visto che non riuscirebbe facilmente a raggiungere l'obiettivo di ubriacarsi. L'alcool serve anche spesso per dimenticare i gravi problemi di povertà in cui versa gran parte della popolazione, come spesso capita in paesi del sud del mondo, e ad ogni ora del giorno e della notte capita di incontrare persone completamente ubriache al punto da non reggersi in piedi.
Il turista che desidera consumare alcoolici ovviamente potrà farlo, e non avrà difficoltà a trovare la birra (tra l'altro, vi è una marca di produzione locale, la Tasker, diffusa ovunque) e qualche superalcoolico. In ogni caso la moderazione è una regola sempre valida qui come altrove, anche per fornire un buon esempio di comportamento.
|
moschea sulla costa,
tra Mombasa e Malindi
|
RAMADAN
Durante il ramadan (mese di astensione da cibo e bevande, fumo e attività sessuali dall'alba al tramonto), praticato dalla comunità musulmana, sarebbe bene non mangiare, bere e fumare in pubblico, almeno in zone dove i musulmani sono predominanti (lungo la costa). Non è un atteggiamento “indispensabile”, sia perchè un turista in visita in Kenya durante il periodo del ramadan non è tenuto a rispettare una regola che non gli appartiene, sia perchè i credenti di altre religioni non lo seguono: è solo una questione di rispetto per i musulmani che lo praticano.
FOTO / VIDEO
Per quanto riguarda fotografie e video, valgono le regole generali da rispettare ovunque nel mondo: chiedere sempre il permesso prima di fotografare qualcuno. L'atteggiamento davanti all'obiettivo della macchina fotografica dipende in gran parte dall'etnia di appartenenza e dalla consuetudine ai turisti. Intorno al parco del Maasai Mara, ad esempio, i maasai, notoriamente molto preoccupati del fatto che quella macchinetta possa rubar loro l'anima, sono d'altronde abituati ai turisti e quindi sarà abbastanza facile che, con o senza compenso in denaro, si mettano in posa. E' molto frequente, nelle zone maasai o samburu o turkana visitate da turisti (non solo intorno al Maasai Mara ma anche intorno all'Amboseli, nella zona di Rumuruti e più a nord fino al lago Turkana), incontrare qualcuno che ti propone di visitare il villaggio della tribù della zona, dove potrai scattare tutte le foto che desideri! Inutile dirlo, questi villaggi sono macchine spellaturisti che, benchè nella loro struttura siano fedeli alla struttura originaria dei villaggi tradizionali, hanno un che di artificioso e costruito ad hoc. Nelle stesse zone, basta seguire un tracciato poco frequentato per incontrare una grande determinazione a proibire al turista di catturare immagini.
|
bambini di Nairobi
al passaggio del treno
|
Quando viene richiesto del denaro per essere fotografati, starà al turista accettare o meno lo scambio, ma va ricordato che è una pratica di dubbia eticità: alimenta un mercato per cui si paga per fare qualcosa che è contrario al credo comune della popolazione locale. In particolare, in zona kikuyu (nei dintorni del Mt Kenya), le donne, soprattutto dei ceti più poveri, si considereranno addirittura offese se viene loro proposto di mettersi di fronte ad un obiettivo; stesso discorso vale per le donne musulmane della costa, e soprattutto di Lamu.
Per quanto riguarda i bambini, invece, ovunque si vada saranno disponibilissimi a farsi fotografare (almeno se non c'è la mamma nei dintorni!), e anzi chiederanno insistentemente che vengano dedicati loro molti scatti. La macchina fotografica digitale inoltre garantisce qualcosa in più: mostrare al bimbo fotografato l'immagine appena scattata li fa sentire importanti, e saranno ancora più insistenti nel chiedere altri scatti, ognuno che li ritrae in una smorfia diversa.
Inoltre, come ovunque nel mondo, sono da evitare nelle proprie riprese gli obiettivi militari, strategici, e in generale qualunque cosa riguardi la polizia o l'esercito.
MANCE
La mancia è sempre benvenuta, ma dovrebbe essere la conseguenza di un servizio soddisfacente: al taxista che vi ha accompagnato per tutta la giornata in una gita fuori città (fermandosi ogni volta che volevate fare una foto), se se lo meritano all’accompagnatore del trekking, a cuochi e portatori, a capitani d'imbarcazioni, ai camerieri o a chiunque vi mostri la più vicina fermata del matatu. Come regola di massima, calcolate circa il 10% del servizio che vi è stato offerto.
EDUCAZIONE
I kenyoti non sono, in generale, educati, nella concezione che gli occidentali hanno abitualmente di questo termine. Se dovete salire su un autobus, aspettatevi di vedere gruppi urlanti di persone che spingono per salire prima degli altri, incuranti del fatto che se non danno tempo e spazio ai viaggiatori che devono scendere non c'è alcuna possibilità di salire.
|
l'assalto di venditori
alla stazione degli autobus di Voi
|
Se dovete acquistare qualcosa in un negozietto e questo è un po' affollato, o spingete almeno un po' o verrete serviti non prima della chiusura. Ovviamente, non serve a nulla alterarsi (anche se molte volte il loro atteggiamento può risultare davvero fastidioso), adeguatevi solo quel poco che serve per riuscire nell'impresa che state cercando di compiere.
Altra cosa che dimostra lo scarso senso civico dei Kenyoti è il rispetto per l'ambiente: inesistente! Dal finestrino dell'auto, così come da quello del pullman, o anche camminando per strada, se non hanno più bisogno di utilizzare qualcosa (che sia un sacchetto di plastica con gli avanzi dello spuntino come la cicca della sigaretta) lo lanceranno con disinvoltura per strada: potete anche provare a far notare che sarebbe meglio metterselo in tasca e buttarlo nel primo cestino, ma non ci sono cestini in giro e oltretutto non capirebbero assolutamente il perchè, neanche se vi metteste d'impegno a spiegarglielo. In effetti, il paese nel suo complesso ha problemi ben più urgenti da risolvere.
ELEMOSINA
Ovunque andrete, e per il solo fatto di essere bianchi (quindi, indipendentemente dall'ostentazione con cui mostrerete la vostra ricchezza), vale la formula bianco=ricco. Aspettatevi che tutti, ma proprio tutti, vi chiedano dei soldi, anche in cambio di niente. La formula classica adottata da tutti i bambini per approcciarvi è, per esempio: mzungu, how are you? give me one bob! (bob è il modo colloquiale per indicare lo scellino).
|
bambini, baraccopoli di Kibera
|
Benchè talvolta molto difficile, bisognerebbe non accondiscendere mai a queste richieste, perchè non si otterrebbe nessun altro scopo che indurre i kenyoti a pensare che basta chiedere per avere. Diverso invece è essere disposti a pagare qualcosa in più per un servizio o un bene che ai kenyoti costa meno: questo fa parte del gioco, e tra l'altro, è anche ufficializzato (la maggior parte dei tariffari dei parchi, e spesso anche degli hotel, hanno colonne differenziate per residenti e non residenti).
E' poi buona regola non donare nulla ai bambini, che siano soldi, caramelle, penne, o quant altro possa essere richiesto: da una parte donare ad un bimbo significa esporlo al rischio che qualcuno dei suoi coetanei lo prenda di mira, e dall'altra è inutile e controproducente mostrare loro un modello per cui non è necessario lavorare, basta chiedere ai ricchi!
IN CASA
Se siete ospiti di una famiglia kenyota, ricordatevi sempre di avere a disposizione una collanina, una penna, un foulard, qualcosa da poter lasciare alla famiglia stessa nel momento in cui qualcuno vi regalerà qualcosa (e facilmente succederà). Osservate l'atteggiamento dei componenti la famiglia: se si tolgono le scarpe, fatelo anche voi, se si siedono in due su una sedia, cercate di non occupare da soli un divano a due posti, anzi magari invitate qualcuno a sedervi accanto a voi: probabilmente non hanno più di due o tre sedie e comunque lasceranno a voi l'intero divano, ma non è un buon motivo per approfittarsene! Se poi siete ospiti per un pasto, è assolutamente buona regola compensare il servizio offerto (o siete nella condizione di portare voi gli ingredienti del pasto, oppure tenete a portata di mano qualcosa da regalare alle donne o ai bambini).
CONTRATTAZIONE
|
mercato Maasai a Nairobi:
indispensabile contrattare!
|
In Kenya si può contrattare su molte cose: non alteratevi se vi rendete conto che vi stanno chiedendo un prezzo più alto rispetto a quello che siete riusciti a strappare nel negozio di fianco, e ricordatevi che siete bianchi e quindi ricchi. Il consiglio è di essere preparati a questo, e disporsi a discutere in modo civile. Ad esempio, se state prendendo un autobus o un matatu (il minibus locale) per una certa destinazione, chiedendo alla stazione degli autobus vi proporranno probabilmente solo la soluzione più costosa; con un pochino di esperienza e buon senso, insistete affinchè vi elenchino tutte le possibilità, così da poter scegliere il miglior compromesso prezzo-velocità-comodità: un atteggiamento sveglio ma cortese e fiducioso nei loro confronti li indurrà comunque a rispettarvi di più, trattarvi meglio e a desistere dall'imbrogliarvi.
COMPORTAMENTO NEI PARCHI E NELLE RISERVE NATURALI
|
comportamento nella riserva
del Maasai Mara
|
Per quanto riguarda il comportamento da tenere nei parchi, troverete ampia documentazione all'ingresso dei parchi stessi, su tutte le guide turistiche, in qualunque agenzia turistica e di noleggio di vetture. Si possono riassumere come segue:
la circolazione dei veicoli è consentita solamente sulle strade tracciate (ove non sia esposto un esplicito divieto), e dalle 6:30 alle 18:30 senza alcuna eccezione; la velocità massima è di 40kmh
è vietato disturbare gli animali (seguirli con il veicolo, suonare il clacson, effettuare bruschi spostamenti o illuminarli con i fanali) ovvero indurli a spostarsi dalla loro posizione o interrompere l'attività che stanno compiendo; mantenere una distanza minima dagli animali di 20mt; gli animali hanno sempre la precedenza sui veicoli
nei parchi dove è consentito solo l'accesso ai veicoli, è vietato scendere, sedersi sui finestrini, salire sul tetto della vettura
è vietato asportare qualunque cosa dai parchi (animali, resti di animali, pietre, piante, semi, nidi, legna) ed è vietato toccare gli animali e offrire loro cibo
è vietato abbandonare la propria spazzatura
è vietato accendere fuochi e gettare i mozziconi di sigaretta
non sono ammessi animali domestici.
SOUVENIR E SPECIE PROTETTE
Il Kenya vieta la raccolta dei coralli e l’esportazione dei prodotti in avorio (zanne di elefante e corna di rinoceronte), oltre agli articoli ricavati dalle tartarughe marine (carapaci, gioielli e pettini). Inoltre, la legislazione nazionale vieta anche il commercio di articoli di pelle di rettile, come valigette, cinture, scarpe, cinturini di orologio, portafogli ed è, quindi, vietato esportare tali oggetti. Pertanto, nonostante sia permesso il commercio di alcuni prodotti di specie selvatiche, è bene sempre informarsi sulla necessità di avere una licenza, specialmente per quanto riguarda l’esportazione di piante, insetti e conchiglie.
Vi guidi sempre il buon senso: in caso di dubbio, evitate!
Segui i link per scaricare il documento del WWF sul tema dei souvenir, e quello di Traffic Europe sugli animali protetti in varie parti del mondo.
| |