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VITA IN MAROCCO
06/10/2005
sono appena tornata a marak dopo un mesetto in italia, e come sempre è stato magico tornare a casa! sarà anche per via della pioggia che ho lasciato e del caldo che ho ritrovato qui... ma non è solo una questione metereologica, è un insieme di odori colori e soprattutto calore della gente, l'accoglienza dei miei amici, tutti contenti che fossi tornata in tempo per l'inizio del ramadan! | | | | | con zak nella sua erboristeria a marak | | zakaria è venuto a prendermi in scooter in piazza djemaa el'fna (dove il taxi può arrivare, poi per casa mia ci sono ancora 5 minuti a piedi nelle viuzze) e si è caricato dei miei bagagli più pesanti... e arrivata a casa la sorpresa: era "diversa", arredata! zak ha fatto l'ennesima rivoluzione nella sua erboristeria e quello che non gli serviva me lo ha piazzato in casa: tappeti, quadri, vasi, pelli di animali decorate, un tavolo... che spettacolo, sembra proprio una casa ora! nonostante i suoi 21 anni, è proprio sveglio, ha capito che il sistema che a me piace di più è il baratto: lui mi tiene le chiavi di casa, io mi servo di tutto quello che mi occorre dal suo negozio gratuitamente, gli porto un lettore mp3 vecchio qualche maglietta qualche regalino quando vado in giro e lui mi arreda la casa, sa che può usarla quando io non ci sono (e ovviamente anche quando ci sono!) per andarsi a fare un pisolino al pomeriggio o un festino con i suoi amici alla sera quando chiude negozio, fa un sacco di danni ma quel che rompe lo ricompera, quando arrivo da qualche viaggio la casa è lustra e mi fa trovare sempre tutti gli ingredienti per il tè alla menta... | | | | | tanjia di marak | | i primi due giorni li ho passati prendendo "lezioni" di ramadan: che cosa si può fare, che cosa no, e quando. il ramadan, che viene celebrato nel nono mese lunare, commemora la rivelazione del corano a maometto, e rappresenta un momento in cui i credenti, come comunità, rinnovano il loro rapporto con il divino. ho deciso di provarci anch'io, nonostante non lo faccia per motivi religiosi visto che non sono musulmana. mi piace l'idea di condividere questo mese speciale con la gente di qua; il ramadan è un mese di espiazione, viste le privazioni a cui si sottopongono durante il giorno, ma il clima è quello delle grandi feste (ho ricevuto gli auguri di buon ramadan da tutti i miei conoscenti marocchini, e perfino maroc telecom ha mandato un sms!) e sarebbe un peccato non viverlo con loro! senza contare che è più pratico: si mangia sempre tutti insieme, e abbondantemente, a partire dalle 18:20... se io mangiassi anche durante il giorno non riuscirei a star dietro a queste libagioni! come funziona il ramadan: dall'alba al tramonto non si può: mangiare bere fumare far sesso (ma anche pensare al sesso, fermare una ragazza per strada, insomma nè atti nè pensieri "impuri"). l'alba ed il tramonto, indicati nel corano come quei momenti in cui rispettivamente si comincia e si smette di distinguere un filo bianco da un filo nero alla luce naturale, sono scanditi dal richiamo alla preghiera del muezzin, e cadono intorno alle 5 di mattina e alle 18:20 di sera. questi orari variano leggermente da giorno a giorno per tener conto della differente lunghezza delle giornate. intorno alle 4 di notte, al suono di particolari trombe (sono lunghe circa 3mt), la persona addetta a preparare la colazione per tutta la famiglia (ovviamente, la donna!) si alza, intorno alle 4:30 il profumo dei dolci e del latte caldo sveglia tutti, e celebrano la colazione-rito (che chiamano l'ultimo pasto della giornata), poi tornano tranquilli a dormire. la giornata, a parte le proibizioni suddette e qualche visita alla moschea più del solito, scorre normalmente, ma alle 17:30 comincia il gran trambusto per i preparativi della rottura del digiuno (la chiamano ftour, colazione): si cucina, si preparano i vassoi con tutti i bicchieri puliti e ordinati, si prepara il tè alla menta, si va a comperare le crepes calde e l'harira (una zuppa di legumi bianca oppure rossa, quest ultima piccante). | | | | | dolci del ramadan | | alle 18 i negozi chiudono tutti e la gente si affretta a tornare a casa o raggiungere gli amici. alle 18:20 il muezzin richiama i fedeli alla preghiera, ed è il momento in cui viene celebrata la rottura vera e propria (all'entrata della moschea ci sono datteri e acqua). di ritorno dalla moschea, la prima grande abbuffata: datteri, latte, slilou (un dolce sbricciolato dal sapore di noccioline e cioccolata), harira, frittelle di patate, crepes, crepes alla cipolla, succo d'arancia, uova (sode o in tajine), e ovviamente tè alla menta. è impressionante vedere la voracità con cui mangiano! l'ho sempre notata, non solo in questo periodo, ma la voracità della rottura è speciale, intimorisce! e poi, intorno alle 22, c'è la cena: sembra che a marak la cena, per tutto il ramadan, consista in un unico piatto: la tanjia. è un'anfora di terracotta, dentro cui viene inserito un pollo, o del pesce, o del montone, o la testa del capretto, o un coniglio (ricetta speciale), abbondanti spezie, abbondante olio, un po' di cipolla o aglio e un limone intero. l'anfora viene poi portata in un hammam, dove rimane per qualche ora nel forno sotto la cenere. il risultato finale è eccellente. solo, mi chiedo: ma non sarà un po' tanto mangiare tanjia per un intero mese tutti i giorni?? non so, vi saprò dire... la tanjia è un piatto tipico di marrakech, non conosco le abitudini delle altre città, suppongo si prepari il tajine (sempre terracotta, sempre pollo o pesce o montone, ma con tante verdure e cotto sul fuoco non nel forno) oggi mi è capitato di essere in viaggio all'ora della rottura del digiuno: l'autobus si è fermato alle 18, tutti sono scesi e hanno ordinato al baretto il cibo, l'hanno sistemato sul proprio tavolo e poi hanno aspettato. non c'erano moschee nei dintorni ma i più convinti hanno comunque tirato fuori un tappetino e si sono messi nel prato di fianco a pregare. e poi, alle 18:20 la solita scenetta di voracità! alle 18:40 l'autobus ha ricaricato i viaggiatori belli rimpinzati ed è ripartito. e si sono addormentati tutti all'istante!
| | | | | baraccopoli di anza, a nord di agadir | |
| | | | | le coloratissime e velatissime donne di tiznit | | 08/10/2005 sono ad agadir. questa città non mi piace, non ci sto bene, forse anche perchè non ho mai avuto voglia di conoscerla un po', nonostante sia passata di qui molte volte. quando mi fermo qualche giorno in zona (stavolta sono qui solo per prendere all'aeroporto la mia amica mary che arriva domani, poi torniamo subito a marak) preferisco spostarmi qualche km a nord e raggiungere taghazout, un paesino di pescatori, con tutte le case affacciate sulla spiaggia dove vengono tirate in secco le barche. a taghazout non c'è assolutamente niente da fare, soprattutto la sera (l'ultimo autobus da agadir arriva intorno alle 20) ma si sta veramente bene. oppure vado a tiznit, circa 90 km a sud di agadir. tiznit è una città un po' surreale, circondata da mura di fango, abitata da militari e militari in pensione con le loro famiglie. le donne vestono dei tessuti coloratissimi che le avvolgono completamente. all'esterno delle mura c'è una bellissima palmerie, all'interno innumerevoli negozi e laboratori d'argento. soprattutto i negozi, sono un po' "inquinati" dalla presenza, durante il giorno, di interi autobus di turisti che vengono a fare una gita e a comperare qualche braccialetto. e gli artigiani della zona si sono adeguati, scegliendo modelli addomesticati (per seguire i gusti degli europei) della elaboratissima e preziosissima gioielleria berbera tradizionale.
| | | | | con zak la guida e mary al rifugio del caf, 3200mt | |
| | | | | lungo la pietraia sulla via per la vetta | | 12/10/2005 mi trovo a 3200mt, al rifugio del CAF (il CAI francese) da cui si parte per raggiungere i 4167mt del Jebel Toubkal, la montagna più alta del marocco. e fa freddo! una combinazione di eccesso di fiducia da parte mia e scarsità di info da parte della guida zak (ma non quel zak di marak, anche la guida si chiama zak!): alla fine non me la sono sentita di arrivare in cima, si camminava già abbondantemente nella neve e ghiaccio, su una pietraia molto instabile, con scarponcini non adatti all'alta montagna, niente guanti niente racchette... io non ho pensato che un 4000 è sempre una cima da rispettare, e poi mi fidavo di zak, che invece non mi ha detto nulla. e così ho deciso di non proseguire... invece mary e zak sono arrivati in cima!
| | | | | preparazione per la rottura del digiuno, rifugio del caf | | durante il soggiorno in montagna, zak ed io abbiamo conosciuto un signore che è molto interessato al progetto Aït Maghreb (progetto di promozione dell'ospitalità di viaggiatori europei in famiglie marocchine): abita alle pendici del monte Toubkal, e la sua famiglia sarebbe ben contenta di ospitare viaggiatori! ora non mi resta che andare a dare un'occhiata a com'è questa casa e conoscere la famiglia...
| | | | | interno della madrassa (scuola coranica), marak | | 16/10/2005 finita la gita sul toubkal, mary ed io siamo tornate a marak, abbiamo dedicato un po' di tempo ai nostri muscoli doloranti (siamo andate all'hammam, o bagno turco, un luogo caldo dove una persona si prende cura di te e ti lava, ti massaggia... insomma un luogo da sogno!) e allo shopping nel souk. poi abbiamo deciso di noleggiare un'auto per tornare ad agadir (sabato 15 è ripartita, alle 6 del mattino) e di prenderla larga: siamo partite venerdì mattina lungo la strada che passa per il tizi-n-tichka (massiccio spettacolare, con passo oltre i 2000mt), poi ouarzatate (cittadina abbastanza insignificante), proseguito a sud lungo la valle del fiume draa fino ad adgz (lungo la strada bellissime palmerie e venditori di minerali e fossili), da lì splendido tramonto sulle kashba della zona (le kashba sono vecchie abitazioni in fango multifamiliari, ora perlopiù in rovina) e infine una lunga stradina sorprendentemente ben tenuta fino ad agadir. | | | | | kashba, nella valle del fiume draa | | lasciata mary in aeroporto, ho guidato ancora fino a marak, per un totale di circa 1000km in 24 ore! è la prima volta, almeno recentemente, che esploro il marocco in macchina, e devo dire che dà molta più libertà dell'uso degli autobus locali, ma ad un prezzo decisamente più alto (non tanto per la cifra del noleggio, quanto perchè la benzina costa tantissimo! quasi come in ita!) | | | | | lahssen e mary sull'alto atlante lato sud, in un gesto beneaugurante | | tra marakech e ouarzazate abbiamo dato un passaggio a zakaria la guida che stava andando da quelle parti, e poi a lahssen, un mezzo berbero-mezzo tuareg che doveva raggiungere adgz: ci ha ovviamente invitate a celebrare la rottura del digiuno a casa sua per ringraziarci del passaggio! altro ottimo contatto... ogni marzo va con una carovana di dromedari dal marocco fino al niger, passando per algeria, mauritania, senegal e mali, a vendere e acquistare mercanzie; chissà mai che un giorno non riesca ad andare anch'io... sulla strada del ritorno a marak, mi ha fermato la polizia per eccesso di velocità (stavo andando a 82 in zona con limite ai 60...): per fortuna niente multa (sembra che a convincere il poliziotto sia stata la mia nazionalità italiana, quasi a dire: è impossibile contestare un eccesso di velocità ad un'italiana, quelli corrono sempre in macchina!)
AGGIORNAMENTI SUL SITO www.djemme.com
brochure della Djemme ( )
pagine dei progetti sul marocco: per accedervi, dalla home seguite destinazioni->marocco->progetti; in particolare vi segnalo i due progetti avviati dalla Djemme:
| progetto Aït Maghreb ( ): ait in arabo significa "famiglia", maghreb è l'arabo per marocco, è un progetto di ospitalità di viaggiatori europei presso famiglie marocchine | | progetto YALLA ( ): YALLA vuol dire andiamo! in arabo, è un progetto per la costituzione di una rete di accompagnatori marocchini di turismo responsabile |
NEWS
aperto il cantiere di CoEsistereBene:
| i progetti e i valori che ci appassionano e che ruotano attorno alla pace, i diritti umani, la solidarietà | | il vivere bene, con forme nonviolente, riferendosi a se stessi e agli altri come persone speciali | | l'analisi della situazione attuale (cittadina, italiana, mondiale) in cui si è di fronte a nuovi modelli di “città” dove persone provenienti da paesi diversi si trovano a coesistere in un contesto possibilmente umano e democratico piuttosto che di violenza, esclusione e malessere; l'immigrazione (situazione degli immigrati) e l'emigrazione (la visione del problema da parte dei paesi da cui gli immigrati provengono) |
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